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Don Emilio Alonzo riceve un'ottima accoglienza da gentiluomo a Los Angeles e nell'hacienda de la Vega quando riscuote le tasse per il re spagnolo Ferndinando. Purtroppo il giorno dopo il pueblo viene visitato dal senor Zelaya, un altro esattore reale, che si rivela essere quello vero: don Emilio è solo un abile alibi del brillante truffatore El Conejo ("il coniglio"), 12.000 pesos sono comunque dovuti come tributo annuale. Come se non bastasse, il falso ha persino rubato il prezioso stallone andaluso che i de la Vegas hanno chiamato Emilio in suo onore, per cui don Alejandro è determinato come l'alcalde e i suoi lancieri a dare la caccia al truffatore;
La senorita Escalante assiste al ladro Ortiz che tenta di rubare la cassetta dei poveri della chiesa della missione, allerta la guarnigione e li rinchiude pensando di vedere Zorro, ma l'alcalde si mette all'inseguimento. I due sbarcano in territorio indiano, dove l'alcalde sconfina in un luogo di sepoltura sacro, un reato capitale secondo la legge consuetudinaria della tribù, e viene facilmente catturato dal coraggioso Angry Eyes. Zorro supplica il capo, Aquila Saggia, e accetta di comprare la vita dell'oppressore passando al suo posto il fiume del dolore, che si rivela una triplice prova: la corsa sotto le mazze, la lotta con il bastone contro Occhi Arrabbiati e infine la scalata del ripido e pericoloso Muro della Morte.